La riflessione sulla scuola di Marco Rossi Doria

MIUR Roma, 19 settembre 2013.
A cura del settore insegnanti del Gruppo Abele
Il 16 settembre la ministra Carrozza ha aperto l'anno scolastico a Casal  Di Principe con questa affermazione: "La dispersione scolastica è una ferita, un assillo per un ministro. Scuola e lavoro sono i punti essenziali su cui far ripartire il Paese.

Dispersione scolastica vuol dire che a vincere è un altro reclutamento, quello della criminalità organizzata. Dobbiamo fare in modo che le istituzioni siano più credibili e far sì che i nostri ragazzi non debbano scegliere fra scuola e criminalità. Occorre combattere il vero e proprio spreco di giovani talenti in corso in Italia”, ha aggiunto il Ministro riferendosi soprattutto ai 2 milioni di giovani che non lavorano e non studiano.
Coerentemente a queste affermazioni, il 17 settembre, nella sede del MIUR di Roma è stato presentato un grande piano di formazione  contro la dispersione scolastica che si svolgerà a livello nazionale in otto città d’Italia: il progetto M.E.T.I.S., voluto dal Ministro e dai suoi collaboratori, vedrà la collaborazione di tanti Enti e Associazioni, tra cui il Gruppo Abele, coordinati dai Maestri di Strada di Napoli.
In questa occasione, il sottosegretario Marco Rossi Doria ha sottolineato che il dato nazionale del fallimento formativo, registrato dagli indicatori europei EARLY SCHOOL LIVING, misurato sulla base dei 25enni senza titolo di scuola superiore né qualifica professionale spendibile sul lavoro, si fissa oggi al 17,8%. L’Italia quindi si posiziona al terz’ultimo posto dei Paesi Europei.

Quello che diceva don Milani 5O anni fa, rimane la nostra prima priorità – dice il Sottosegretario - e determina le scelte sulla destinazione dei fondi dell'Europa per le problematiche scolastiche.
Il dato italiano in realtà non indica un aumento della dispersione, che infatti registra una lenta diminuzione: lo scorso anno era al 19% e tre anni fa al 21%. Tuttavia, rispetto alle previsioni dell'agenda 2020, che stabilisce il tetto massimo di dispersione al 10%, le previsioni in base alla tendenza statistica ci vedono sempre in coda.
Ma come siamo arrivati a questa situazione?
Marco Rossi Doria spiega che oggi ci troviamo ad intervenire su un’ enorme falla creata tra il 2007 e il 2011 a causa del de-investimento ministeriale sull’istruzione.

Dalla legge Casati del 1859 in poi, il Governo italiano aveva sempre  avuto un trend di investimento di fondi pubblici sull'istruzione in crescita. Anche durante le guerre mondiali (a parte il biennio 43/45 per il conflitto civile in corso)  si è comunque promosso questo settore pubblico. Nel dopoguerra, quando il Paese aveva alte priorità per la ricostruzione, si è scelto comunque di investire sull'istruzione.
La prima volta in cui il nostro Governo ha scelto la via della decrescita di fondi su scuola/istruzione/università/ricerca per consentire la diminuzione del debito pubblico é stata con la precedente legislatura, dal 2007 al 2011.
Questa scelta italiana non è stata condivisa da nessun paese OCSE.
Ora, questo nuovo ministero si trova a recuperare, partendo da questo "buco".
I nostri obiettivi – prosegue Marco Rossi Doria - sono duplici: da un lato riprendere la battaglia contro il principale problema della nostra scuola e dall'altro invertire la tendenza politica per recuperare attenzione all'istruzione a tutti i livelli.
Le misure in essere in questo momento sono dirette e indirette.
Tra le misure dirette si prevedono una nuova programmazione dei fondi europei e di altri fondi ministeriali; è importante allocare le risorse europee, verificando gli utilizzi regionali e riconvertendo i fondi di bilancio o meglio i fondi europei inutilizzati.
Da un confronto con le parti sociali e le Regioni a proposito delle risorse sull'utilizzo dei fondi (erano concentrate sulle 4 regioni meridionali con più alti livelli di fallimento scolastico e aumento della povertà) la proposta è di diffondere le risorse economiche anche ad altre regioni di crisi comprendendo situazioni difficili del centro nord; risulta infatti che il dato di dispersione sia al 25% in Sardegna e in periferie urbane del centro-nord, in particolare rispetto a certi gruppi Rom Sinti e Camminanti superi il 50%,

Un’altra attenzione riguarda l’utilizzo immediato dei fondi previsti dall'impianto dell'articolo 7 del corrente decreto e la riconversione degli avanzi di bilancio in tempi utili.
E’ importante capire in tempo reale quali siano i risultati delle azioni finanziate per utilizzare al meglio i fondi per le emergenze scolastiche ed è per questo che al ministero si verifica settimanalmente con Cesare Moreno lo stato dell’arte. Questo modo di operare comporta problemi organizzativi, ma permette di monitorare meglio le situazioni ed intervenire dove c’è più bisogno.

Ci sono poi questioni indirette, molto importanti: tutta la questione empirica che spiega che a parità di condizione di partenza di ragazzi in disagio, le competenze apprese in tenera età nella scuola primaria costituiscano un elemento fondamentale per vincere la dispersione scolastica in adolescenza, rispetto a chi registra difficoltà scolastiche nei primi anni di scuola.
Questa ipotesi è ormai una “certezza” suggellata da ricerche internazionali e un esempio italiano ci viene dalla regione Puglia che ha investito 7 milioni di euro per l’istruzione, concentrandoli su tutti gli Istituti Comprensivi della regione a sostegno dei bambini in difficoltà. Questa politica ha portato risultati eccellenti, misurati dall'acquisizione di competenza verificate dagli Invalsi nelle classi medie e superiori.
Un altro elemento indiretto ci viene dagli studi internazionali e della Banca d’Italia che sostengono l’importanza di investire sui luoghi d’apprendimento affinché siano idonei e belli; risulta infatti che il dato del fallimento scolastico diminuisca laddove la scuola è curata, colorata, perché dove si sta meglio si va più volentieri e ci si sente maggiormente accolti e accompagnati.

Queste osservazioni ci portano a dire  - ha continuato Marco Rossi Doria - che abbiamo bisogno di riflessione e di verità.
Con il progetto M.E.T.I.S. il ministero, aiutato da collaboratori di agenzie diverse che da anni lavorano nel settore della prevenzione e del recupero della dispersione scolastica, aprirà questo spazio di riflessione con insegnanti di territori diversi, recuperando quello spazio di pensiero e meta-scuola necessario per comprendere chiaramente ciò che non funziona e nello stesso tempo confrontare e imparare dalle buone prassi che stanno portando risultati veramente importanti in molte parti d’Italia, sebbene i mezzi di comunicazione non ne facciano quasi mai accenno.