Ho scritto le mie poesia in trincea... (Ungaretti)


Nei commenti su Youtube, in cui si trova questo filmato di Ungaretti, leggiamo:
 "Dovrebbero far vedere questi video a scuola anziché blaterare dietro ad una cattedra. Solo ora che ho finito il liceo, mi sto appassionando alla poesia italiana (ed è SOLO grazie a questi video). Per 5 anni non me ne è mai importato nulla e nessun insegnante è mai stato in grado di farmici interessare (o magari, proprio non era nei loro obiettivi): come me, immagino siano in tanti!"
Un giudizio forse un po' duro, ma che ci dice alcune verità. Ci lamentiamo spesso dei ragazzi, della loro demotivazione, di non riuscire a raggiungerli. Forse spendiamo molte parole per trovarne le cause all'esterno  e non ci concentriamo sul nostro modo di insegnare e di trasmettere il "nostro sapere". Del resto, confesso, che anche io non amavo la poesia, quando andavo a scuola: è stata una mia amica a farmela apprezzare quando avevo già 18 anni e dalla scuola stavo uscendo. Erano tempi diversi allora, ma la scuola la sentivamo in molti molto estranea alla vita. 
Del resto un grande scrittore come Borges (di cui abbiamo parlato in un altro post) sulla poesia diceva
“Ogni volta che mi sono immerso nei testi di estetica, ho avuto la sgradevole impressione di leggere le opere di astronomi che non avessero mai osservato le stelle. Voglio dire che si trattava di scritti sulla poesia come se la poesia fosse un dovere, e non quello che in realtà è: una passione e una gioia (... ) E la vita è - ne sono sicuro - fatta di poesia. La poesia non è un'estranea; la poesia è, come vedremo, sempre in agguato dietro l'angolo. Ci può balzare addosso in ogni momento.
Sicché si può dire che la poesia è ogni volta una nuova esperienza. E, tutte le volte che leggo una poesia, l'esperienza accade. Ecco che cos'è la poesia”.
Non basta una conoscenza approfondita di ciò che si insegna, quello che è fondamentale è non ridurre, come dice George Steiner "a grigia inanità la materia che si insegna" . Il rischio, per lo studioso, è quello di insinuare "nella sensibilità del bambino e dell'adulto il più corrosivo degli acidi, la noia." Del resto basta ricordare Monet che, per vincere la noia a scuola, si distraeva disegnando: memorabili sono le caricature che ci ha lasciato dei suoi professori. Steiner continua dicendo che  "Un insegnamento morto ... ha ucciso per milioni di persone la matematica, la poesia, il pensiero logico"
Chiunque, al contrario, abbia incontrato insegnanti "capaci di accendere un fuoco nelle anime nascenti dei loro allievi" sicuramente non li ha più dimenticati.
L'insegnamento è sì una professione, ma è anche molto simile all'arte. 
Ecco guardando questo video non si può non notare quanto la poesia sia qualcosa che nasce dal profondo della propria anima, che nasce dal contatto dell'uomo con la realtà, con le proprie emozioni che rimangono spesso incapaci di trovare la parola. 
La lezione di Ungaretti in questo video ci restituisce il valore della cultura non come cultura accademica, ma come cultura che ci rende vivi, veri. Trovandosi in una situazione estrema come poteva essere la trincea in guerra, egli prova il desiderio di esprimere ciò che sente, vuole lasciarne traccia e non può farlo se non con la poesia. Il pensiero razionale, logico, a cui la scuola è molto affezionata, non sempre può dar conto di tutto ciò che vive intorno e dentro di noi. Secondo le parole di Hanna Arendt: "siamo così abituati alle vecchie contrapposizioni tra pensiero e passione, tra spirito e vita, che in certo modo ci meraviglia l'idea di un «pensiero appassionato», in cui pensare ed essere vivente si convertono in una stessa cosa".
Ungaretti in questo video come in altri questa passione ce la comunica e ce la regala, bisogna davvero farne tesoro. E' l'esperienza della guerra che rivela al poeta la povertà dell'uomo, la sua fragilità e solitudine, ma anche la sua spontaneità e semplicità. L'esistenza è un bene precario ma anche prezioso. In guerra ha però riscoperto il bisogno di quei valori essenziali che vengono troppo spesso dimenticati. Ha maturato, per questo, un profondo senso di fraterna solidarietà.
Chissà che anche noi che sentiamo di vivere in un momento tanto difficile e precario, non possiamo ritroviamo quei valori che soli possono aiutarci ad affrontarlo.