Essere insegnanti in tempi di crisi...


La scuola va a rotoli? E’ vero. I fondi sono sempre meno? E’ vero. Aumenta l’orario degli insegnanti? Forse. Sono stati fatti tanti tagli? Verissimo. L’età pensionabile è aumentata? E’ ormai noto a tutti. I bambini sono sempre più difficili? Fin dalla scuola materna. I problemi si sommano ai problemi? Certamente. La scuola affonda? E noi con lei.

Nella scuola sembra regnare sempre più il disincanto. Il susseguirsi di proposte, leggi, riforme non ci aiuta a intravedere la possibilità di un cambiamento in meglio.
Abbiamo spesso la tendenza a credere che non si possa far nulla per interrompere il flusso della storia e rimaniamo inermi di fronte agli eventi che guardiamo con un senso di disillusione paralizzante.
Ci sembra tutto ineluttabile e il nostro dissenso si trasforma in un mugugno generalizzato che purtroppo ha i suoi effetti: farci sentire impotenti. Sono gli “altri” ad avere il potere in mano, noi lo subiamo.
Davvero non possiamo fare nulla? Ma che ne sarà dei bambini e dei ragazzi che nella scuola stanno tutti i giorni? Che cosa stiamo comunicando loro?
Contestiamo giustamente le scelte politiche e non solo che ci vengono imposte e limitano il nostro agire, ma questo non deve voler dire rinunciare alla nostra azione quotidiana nella realtà in cui viviamo essa sia. Di questo siamo responsabili.


Non dobbiamo sottrarci al contatto col mondo reale, ma anzi trovare in esso comunque il “nostro” posto, confrontandoci con quello che accade intorno a noi, giorno per giorno e ricordarci che i ragazzi o i bambini con cui viviamo è “oggi” che hanno bisogno di noi.
 “ Non appesantire l’oggi con i pesi delle nostre preoccupazioni per l’indomani”
Etty Hillesum
I bambini e i ragazzi questo ci chiedono per contemplare la loro vita con quella speranza che sola può aiutarli ad affrontare ogni difficoltà, hanno bisogno di avere accanto adulti la cui umanità e il cui sorriso non venga mai meno, a maggior ragione in un periodo critico. 

Emilia, Maria e Costanza