Che rabbia!



A volte i bambini si incazzano!  “Si incazzano” è ovviamente la definizione riportata direttamente dai manuali di neuropsichiatria, però vuol dire tutto e niente; per M. significa a grandi linee " cerco di rompere a calci il mobile più vicino". Nel caso qualcuno non fosse d'accordo con questa pratica e volesse farglielo notare, M. ha una risposta bella e pronta che usa con grandi e piccini: “Vaffanculo!" Gli piace urlarlo oppure scandirlo lettera per lettera con una bella “oooooo” finale, lunga.
Il nostro piccolo lord ha, al momento, 5 anni  e  va alla scuola materna: si capisce come questo genere di reazione venga considerato particolarmente violento. Ovviamente, nel caso qualcuno se lo chiedesse, non ci sono cause particolari che scatenano questi comportamenti, si può trattare di un piccolo rifiuto, di una richiesta contingente o magari della sua luna storta. Comunque, di fronte allo scempio di porte e armadietti cui assisto quasi quotidianamente, sono molte le domande che vengono in mente riguardo M.: Avrà tutte le rotelle a posto?(politicamente scorretta) Cosa ha visto in casa, che persone saranno mai i suoi genitori?(modalità assistente sociale) Ha subito un trauma, poverino?(da grande voglio fare lo psicologo) e, soprattutto, perché fa così?(razionale). Tutte domande sacrosante ma a pensarci bene abbastanza inutili, anzi, diciamo non pertinenti. Il mio ruolo non prevede che sia io ad andare ad investigare tutto ciò né mi offre tempi, spazi e strumenti adatti a farlo. La domanda “vera”, vagamente leninista, è un'altra: che fare? La risposta non esiste! Ognuno reagisce diversamente, a seconda della propria personalità e a seconda del momento. Insomma, è difficile andare a sindacare sulle reazioni altrui quando queste sono dettate dalle emozioni e poche cose come la rabbia e l'aggressività suscitano emozioni! Per quanto vera però questa non-risposta è abbastanza facile e non mi soddisfa gran ché; la mia parte razionale quindi ne ha trovata anche un altra.... Cerco di spiegarmi; di fronte ad un bambino che si arrabbia, anche molto, e che diventa aggressivo, una cosa che si può fare è semplicemente accettare questa sua reazione. La rabbia esiste, fa parte della vita e così l'aggressività e la violenza. Tutti nella vita abbiamo provato e proviamo queste sensazioni quindi perché non un bambino di 5 anni? Certo le modalità ci possono turbare, rendere la relazione difficile e possono anche arrivare a costituire un pericolo a volte, ma sicuramente negarle o reprimerle non solo non porta lontano ma addirittura rischia di alimentarle. Guardiamo in faccia la rabbia e l'aggressività e facciamoci i conti a volto scoperto, non senza paura ma con onestà.  Una porta rotta a calci e pugni è accettabile? Forse se questo permette di far uscire un'emozione troppo ingombrante, allora sì. La stessa porta rotta tutti i giorni resta accettabile? Forse, in questo caso, è il momento di trovare un bersaglio più resistente.... Insomma, se questa benedetta porta la voglio salvare (pare costino molto care!), dovrò accettare che la violenza di M. esista ma tentare di indirizzarla altrove. Di suo lui non disprezza anche il copri-termosifone, che è di plastica ma di calci ne regge pochi, quindi gli ho proposto un pungiball a forma di sacco. Quando viene colpito cade a terra e fa un sacco di rumore però è di gomma, non patisce, non si rompe e non ci si può far male. 
Stefano, educatore