Rimanere senza parole, ma tornare con tante idee

Cosa direste, voi, se suonaste il campanello di una scuola e vi accogliesse un cane che scodinzola? Se poi una mamma volontaria con un bellissimo sorriso vi facesse accomodare nella hall su un divano comodissimo davanti ad un acquario? Se dopo appena un minuto si affacciasse da una porta aperta una dirigente altrettanto sorridente con un gatto in braccio? Se vi facesse visitare la scuola un architetto volontario che non ha neppure un figlio, ma sa che la scuola è di tutti? Se per le scale incontraste due papà con un vassoio di mele sbucciate da loro (che hanno un po’ di tempo prima del turno pomeridiano) per la merenda di tutta la scuola? Se nel laboratorio di espressività tre ragazzini rifinissero gli ultimi pezzi di una mostra sul riciclaggio da soli? Se altri sistemassero il museo a vista esposto nel corridoio lungo davanti alle classi?
Se un allievo delle medie, pluriripetente, vi diceste con gli occhi che brillano di gioia, davanti a tutta la classe e a due insegnanti “Non venite in questa scuola perché fa schifo”? Se alcune ragazzine rom, piene d’orgoglio, vi invitassero al ballo in cui vogliono esibirsi per tutti i genitori, nel teatro dell’Istituto, in occasione del giorno della memoria del Porrajmos e della Shoah?
...A noi è successo di restare senza parole! Questa scuola esiste davvero e ci insegna
che è possibile una vera comunità educante, viva e partecipata, se chi la organizza ha il coraggio di scegliere col cuore.
Grazia e Angelo


Dopo l’ entusiasmo di Angelo e Grazia ho visitato anche io questa scuola. Il lavoro della dirigente e di quanti hanno contribuito alla sua realizzazione, la fatica, ma anche la gioia che ci hanno comunicato, la perseveranza per tenerla in vita e in continuo movimento e cambiamento, l’attenzione vigile per accogliere e valorizzare ogni diversità ci hanno ricordato un brano scritto da Carel Capek parlando del lavoro del giardiniere.
Da : L’anno del giardiniere di Carel Capek
Il gennaio del giardiniere «Nemmeno gennaio è per il giardiniere un periodo di inattività» dicono i manuali di giardinaggio. Certamente no; giacché in gennaio il giardiniere soprattutto coltiva il tempo. (…) Nemmeno gennaio è per il giardiniere un periodo di inattività», come - certamente solo per consolazione - affermano i manuali di giardinaggio. Soprattutto si può, a quanto si dice, lavorare il terreno, poiché sembra che con il gelo si sbricioli. Quindi subito, il Primo dell'Anno, il giardiniere si precipita in giardino per lavorare il terreno. Si accinge a farlo con la vanga; dopo un lunghissimo sforzo gli riesce di spezzare la vanga sul terreno duro come diamante. Prova con la zappa; se procede senza sosta, gli si rompe il manico. Allora afferra il piccone e ottiene soltanto di spezzare il bulbo di tulipano che aveva piantato in autunno. L'unica soluzione è lavorare il terreno con scalpello e martello; solo che è un sistema molto lento, che presto viene a noia. Forse si potrebbe smuovere il terreno con la dinamite; ma il giardiniere di solito non ce l'ha. Bene, lasciamo fare al disgelo. (…) E poi aspettare, aspettare! Dio del cielo quanto è lungo questo gennaio! Se solo fosse già febbraio… “Per quanto riguarda i semi, alcuni somigliano a tabacco da fiuto, altri a pidocchi chiarissimi e fulvi, altri a pulci lucide e scarlatto scuro senza zampetto; altri sono piatti come monetine, altri grassi e rotondi, altri sottili come aghi; alati, spinosi, lanuginosi, glabri e pelosi; grandi quanto scarafaggi, o piccoli come pulviscolo solare. Rendo testimonianza del fatto che ogni tipo è diverso e ognuno è stupefacente: la vita è complessa.
L’anno del giardiniere di Carel Capek

Di questa ed altre scuola parleremo ancora;oggi vogliamo dire grazie alla dirigente scolastica, Maria Miceli, che ci ha accolto e ci ha fatto vivere insieme a tutti i suoi collaboratori (insegnanti, genitori, operatori scolastici, volontari), un'esperienza che non solo è rimasta nel nostro cuore, ma che ci dà il coraggio e la forza per dire "è possibile" e andare avanti nel nostro impegno perchè la scuola possa essere davvero una grande risorsa per tutti. Ci ha insegnato che "si può" solo se si ha il coraggio delle proprie idee